Anthony Redmond II, studente dell'ultimo anno del Rome City Institute, ci ha raccontato una giornata tipo di un giovane calciatore italiano, tra i compiti, gli allenamenti con la sua squadra, il Tor Di Quinto, e le commissioni quotidiane.
“Quando mi sveglio, la prima cosa che faccio è pregare, poi faccio una doccia. Scendo, faccio colazione e controllo il calendario per vedere cosa devo fare durante la giornata. Dopo l'allenamento al Rome City, torno a casa verso mezzogiorno, faccio la doccia e faccio un pisolino o lavoro; di solito lavoro più tardi, ma cerco di impegnarmi al massimo se non sono stanco. Alle 2.20 esco per andare alla metropolitana e raggiungere l'allenamento della squadra, vicino allo Stadio Olimpico, alle 3.30. Quando torno a casa, mi preparo la cena, mangio, magari vado a fare la spesa, faccio una doccia e poi faccio i compiti.”
Anthony ha continuato spiegando come l'USPA lo aiuti a conciliare così tante cose con un programma così serrato: "Questo tipo di sistema scolastico è particolarmente utile per uno studente-atleta come me, perché mi aiuta a gestire meglio i miei impegni. Alcuni ragazzi potrebbero non essere in grado di fare più cose contemporaneamente, dedicandosi sia alla scuola che al calcio, ma l'USPA mi dà davvero la libertà di finire i compiti prima e, se rimango indietro, mi dà comunque la forza di tornare indietro e dimostrare a me stesso di poter stare al passo con gli impegni. Inoltre, ti aiutano ogni volta che ne hai bisogno, tramite Pronto ed e-mail, e sono sempre disponibili. Infine, l'USPA mi dà anche l'opportunità di fare nuove amicizie, dato che hanno chat di gruppo in cui puoi esprimere ciò che fai e metterti in contatto con altre persone che stanno facendo cose simili".
Infine, Anthony ha spiegato cosa rende questa esperienza a Roma così preziosa per un calciatore, parlando delle differenze tra la sua madrepatria e l'Italia in termini di metodi di allenamento e di come questo si stia rivelando determinante per la sua crescita come atleta. Direi che la differenza più grande tra allenarsi in Italia e negli Stati Uniti è l'atmosfera. A casa non c'è molta eccitazione per giocare. Qui è tutto molto più intenso e professionale. Vogliono renderti il più professionale possibile, mentre negli Stati Uniti è più una questione di divertimento. Qui prendono tutto sul serio; se sei abbastanza bravo, ti preparano a farlo diventare il tuo lavoro un giorno. In America è tutto più come 'calciare', mentre qui ti aiutano tatticamente e vogliono farti crescere come giocatore e come persona. I giocatori in Europa sono molto più intelligenti, hanno un QI pazzesco e prendono tutto sul serio. Inoltre, se c'è qualcosa che non sai, te lo insegnano; negli Stati Uniti sono più del tipo 'Lo capirai la prossima volta'. Qui è tutto più professionale: devi impararlo, devi viverlo, devi respirarlo.
Non possiamo fare altro che augurare ad Anthony buona fortuna per il futuro o, per chi ha familiarità con l'italiano, in bocca al lupo!